Lorena Gava

 

Sferzate di vento e di luce, sciabolate cromatiche vivide e intense caratterizzano l'ultimissima  produzione di Ado Furlanetto accolta nelle prestigiose sale della Galleria Novecento di Palazzo Sarcinelli. A un concerto di blu lapislazzulo, declinato in una variazione inaspettata di tonalità, fa da contrappunto l'eleganza smisurata dei grigi, giocati in mille rivoli e sfaccettature. Il susseguirsi delle superfici mosse e dinamiche, governate da una tecnica pittorica sapiente, esaltano in modo particolare la ricerca astratta che da tempo distingue l'artista friulano. Concepite e vissute come un campo di forze magnetiche, le tele recenti di Ado Furlanetto balzano agli occhi con una forza retinica sorprendente. Sembrano schegge di cielo impazzite, meteore precipitate al suolo e destinate a creare fragore e rompere il silenzio.

 

Cinzia Francesca Botteon

 

Colori tenui o intensi, netti o nebulosi, caldi o freddi, sempre sapientemente ritmati, stesi unitamente a segni e intersezioni dai tratti forti e dinamici, lasciando ampia varietà e ricchezza di spazi così da evidenziare magistralmente la potenza del colore, ottenendo cromie talvolta tanto vigorose e sonore e talvolta, all'opposto, capaci di sussurrare silenzi assoluti.

Paolo Venti

 

Quello di Furlanetto assomiglia a certe passeggiate lente sul greto del fiume, ad occhi socchiusi, un pò sognanti, in cui ci si lascia penetrare dai colori e dalle sensazioni e si ricompone con essi un proprio mondo, una propria visione. In essa trovano spazio odori, tepori, brividi, vibrazioni in una unità indistricabile: i contorni si sfaldano come fossero profumi e i profumi si aggregano in tinte, i marroni si fanno rosa per raccontare un tepore, le pietre del greto lievitano come idee immateriali. 

Alessandra Santin

 

Torna alla  "Luce", Ado Furlanetto, nella realizzazione di questa ultima serie di opere preziose. In esse l'artista

rende esplicito l'indicibile, il mistero della vita nel presente, la bellezza che egli intravede nell'esperienza più

concreta, nella luce, appunto, del respiro della vita.

Non resta che ammirare ogni lavoro disponendoci come di fronte ad una finestra su un paesaggio familiare.

Enzo Santese

 

L'artista si è piano piano accostato ai misteri del colore diventandone padrone, dentro una trama figurativa che recentemente si è ridotta a griglia di segni, funzionale per concentrare il racconto in una tessitura larga di screziature che inglobano la potenza del colore liberandolo poi in guizzi e in una pittura tutta fremiti di velature, trasparenze, rilievi, corposità cromatiche, dialoganti con il sistema di linee che si intersicano anche virtualmente nello specchio della tela.

 

Giovanna Calvo di Ronco

 

Le terre rosse e brune del Montello così come i magredi bianchi e grigi intorno al Cellina diventano per il maestro trevigiano il punto di partenza per approdare a delle visioni vaghe e misteriose, evanescenti e trasparenti; delle parvenze apparentemente sospinte da un vento leggero che le fa andare oltre per dare spazio a nuovi scenari di aria, di luce, di acque dove improvvise accensioni si alternano a degli spazi materici e a delle corposità cromatiche.