Sentieri nell'arte contemporanea

3-25 agosto 2024, mostra collettiva a Castello Ceconi, Pielungo, Vito d'Asio - Pn


Saluto

E un onore ed un grande piacere presentare questa grande mostra in questa splendida cornice che è il castello Ceconi, sembra impossibile che in un luogo così lontano possano venire molte persone anche da tutto il mondo. Questo significa che quando si organizza un qualunque evento di qualità il successo è assicurato, la qualità è quindi l'elemento centrale da perseguire sempre.

 

Il merito in questo caso è di Ado Furlanetto al quale mi lega un'amicizia di oltre 50 anni, che dopo la mostra personale dell'anno scorso ha voluto fortemente questa collettiva e si è impegnato a realizzarla mettendo insieme questi straordinari artisti ai quali siamo infinitamente grati.

 

Graphistudio opera nel campo della fotografia quindi siamo sempre stati mossi dalle immagini e dalle grandi emozioni che portano con loro e attraverso workshop con maestri tra i più quotati, organizzati da diversi anni al Castello Ceconi, abbiamo iniziato a formare numerosi fotografi che arrivano qui da tutto il mondo. Siamo ora impegnati a realizzarne uno per 300 fotografi professionisti internazionali con annessa una fiera realizzata con il Wppi, la più grande associazione americana di fotografi. Eventi sempre più grandi ed importanti in questo splendido angolo di Friuli che ci riempiono di orgoglio.

 

Un ringraziamento a quanti hanno collaborato alla realizzazione di questa mostra e soprattutto un caloroso ringraziamento agli artisti che sono i principali attori: Daniela Borsoi, Nilo Cabai, Giorgio Celiberti, Ado Furlanetto, Silvano Menegon, Pope, Angelo Toppazzini e Tomo Vran.

 

A tutti loro il ringraziamento più sentito e un augurio, che possiate continuare a deliziarci con le

vostre opere e la vostra visione.

 

Tullio Tramontina

Presidente e CEO di Graphistudio



Sentieri nell'arte contemporanea

"Sentieri nell'arte contemporanea" è il titolo della significativa rassegna, nella splendida cornice di Castello Ceconi, che riunisce otto interpreti, diversi nello stile e nelle tecniche adottate ma accomunati da una medesima, pregnante urgenza espressiva.

Per Daniela Borsoi, dipingere significa essenzialmente stabilire un dialogo intimo e profondo con il mondo della natura e con il sentimento lirico che scaturisce dalla contemplazione del paesaggio. Terre, acque e cieli subiscono il fascino delle stagioni che mutano e della luce che di volta in volta irrora le superfici di bagliori intermittenti e di ombre che si succedono e si alternano con intensità e vigore, con soavità e leggerezza. In modo particolare nei silenzi invernali, complici le incantevoli vibrazioni tonali e timbriche, è possibile scorgere quella dimensione di quiete, di appagante bellezza e insieme di nostalgico mistero, che da sempre accompagna e distingue lo stile di un'artista sensibilissima.

Nilo Cabai affascina per la costruzione bidimensionale delle sue "vele", felice motivo di indagine iconografica, al centro di un universo speculativo di rara e acuta efficacia comunicativa. Plastiche seppur ancorate ad una bidimensionalità evidente, le vele sembrano mosse da un vento nascosto e suggeriscono spazi, orizzonti, mondi immaginari e lontani. Orchestrate prevalentemente intorno alla magia degli azzurri e del nero, annunciano, nella loro pura essenzialità geometrica, un peregrinare dell'anima che assume la valenza e l'intensità di un viaggio metafisico e fisico al tempo stesso. Emerge chiaramente la bellezza delle forme compatte e semplici che, animate da uno spirito d'indagine vera, raggiungono orizzonti di commovente partecipazione e condivisione.

Per Giorgio Celiberti, dopo l'esperienza del viaggio a Terezin a metà degli anni Sessanta, la dimensione artistica equivale ad un'azione di ricerca e di scavo, volta a far emergere stati interiori, condizioni esistenziali legate al dramma e al dolore. Con la mente e con il cuore rivolti alle migliaia di bambini strappati alla vita nel lager vicino a Praga, Celiberti scalfisce e incide la superficie pittorica con segni neri, decisi, tra i quali distinguiamo il ripetersi della X, grafia lugubre che vive accanto allo strepitio dei cuori rossi, testimonianza feroce di tanti battiti messi a tacere dalla scure della violenza e della guerra.

Notevoli le "stele", e i "bassorilievi" estensioni materiche e tridimensionali di tante voci sommesse, qui raccolte in una sorta di alfabeti criptici, di scritture antiche, enigmatiche, di assoluta, icastica, porenza espressiva.

Ado Furlanetto emoziona per l'impalpabile leggerezza delle sue visioni fluttuanti, dei suoi universi di luce cristallina, di ebbrezza di mare, di cielo e di infinito. Le opere sono dominate da visioni aniconi-che, da sciabolate di colore in perenne movimento e dinamicità che fanno da cassa di risonanza a pensieri, riflessioni, raccoglimenti estatici. Inducono alla calma, alla tranquillità, accarezzano lievemente lo sguardo dello spettatore per la sapiente fugacità del tratto, per la rapidità della pennellata che sembra cancellare ogni tensione, ogni dubbio o inquietudine latente. La sua pittura è un canto composio da cromie che si incontrano, si intersecano, e si sovrappongono con armonica ed elegante scioltezza,

nella pienezza di una libertà esecutiva felice ed autentica.

Per Silvano Menegon, la terra friulana dei "magredi", tra i fiumi Cellina e Meduna, rappresenta il luogo di partenza per una lettura della realtà che da ricerca oggettiva si trasforma in esplorazione interiore viva e autentica. 

Il circuito visivo fatto di sassi, di detriti, di suolo eroso, di prati aridi e brulli, subisce una sorta di trasfigurazione e diventa arcipelago cromatico, contaminazione sapiente di pigmenti e collage in cui trovano spazio grafie, pensieri, scritture. La scena è prevalentemente dominata da un nodo fitto di colori sovrapposti dal quale prende avvio un'elaborata narrazione pittorica che tratteggia finestre di forte immaginazione, tutte giocate in ampie e articolate variazioni tonali.

Secondo Pope, artista colto e raffinato, la pittura rappresenta fondamentalmente la volontà di costruire spazi, di "occupare" una superficie attraverso l'azione del pennello che, con afflato poetico, va a delineare strutture, forme e armonie. Vicino alle posizioni e alle intenzioni della pittura analitica e asse-condando, forse, un mai sopito desiderio di essere architetto, Pope vive la tela come luogo privilegiato della "pittura pittura", luogo in cui l'oggetto della rappresentazione diventa essenzialmente l'atto del di-

pingere. Negli anni, intorno a variazioni espressive che hanno lambito i territori delle neo-avanguardie, dall'optical al color field di derivazione maleviciana, Pope, prendendo in prestito una frase pronunciata nel 1972 dal pittore Giorgio Griffa "lo non rappresento nulla, io dipingo", continua oggi a guardare sé stesso, al proprio lavoro e allo strumento del proprio lavoro e cioè la pittura stessa insieme al colore e alla tela.

Per Angelo Toppazzini, l'arte è scoperta, è un viaggio entusiasmante dentro le intinite potenzialità della materia che diventa essa stessa medium espressivo ed urgenza comunicativa. Un nucleo articolato di lavori recenti accomunati dal titolo significativo "Muri", è paradigmatico di un'attenzione particolare e di una sensibilità potente nei confronti del mondo che ci circonda. Partendo dall osservazione diretta dei muri delle città, Toppazzini ritrova il tempo presente e passato, i segni del vivere e forse uno stesso, medesimo, bisogno di pace. C'è la volontà di conservare, di archiviare lo spazio della vita in memorie tangibili, in lacerti stratificati di superfici incise, colorate, graffiate, perché nulla, della nostra storia, vada smarrito o irrimediabilmente perduto.

La pittura di Tomo Vran, sicuramente un punto di riferimento dell'arte contemporanea slovena, si nutre, da sempre, dei colori e della luce della terra natale, densa di echi e di pulsioni mediterranee. Le opere sono autentiche esplosioni cromatiche in cui dominano le variazioni del blu, con gli abissi e le vertigini di profondità marine o di accese luminosità siderali. Non mancano le incursioni dei gialli, dei rossi, degli arancioni, alla ricerca di impatti emozionali viscerali e di risonanze interiori che scaturiscono, immancabilmente, dall'ebbrezza cosmica e magnetica insita nella tavolozza che, sulla scia dell'indimenticabile Kandinsky, è assimilabile alla musica nella sua più elevata valenza spirituale e cosmica.

Anime diverse, dunque, e sguardi differenti per una suggestiva esposizione che nei molteplici e articolati sentieri dell'arte, scopre infiniti mondi e infinite esistenze.

Lorena Gava



Ado al Castello Ceconi

5-27 agosto 2023, mostra personale a Castello Ceconi, Pielungo, Vito d'Asio - Pn





Lubiana - 26th International Fine Arts Colony

9-14 luglio 2023, Lubiana